[Per non sapere né leggere né scrivere] "L'espressione vuol dire chiaramente: per essere sicuri, per aver tutto in regola, per non rimanere fuori"
29/09/09
COSE IN CORSO
Mi giro su me stesso, e mi trovo nel web dentro il Cenide, il WozLab, AreaMeridiana, un progetto di verità (a bassissima definizione) e Rosalio, vivacchio su Facebook e su Anobii. E poi, che modello architetture logiche per un sito internet e una biblioteca. Forse qualcosa che avrà a che fare con molti studenti di un liceo. E un'altra cosa, privata. Sono solo poche righe di cose, poche parole, ma che contengono un mondo. Questo.
22/09/09
>LEZIONE DI CIVILTA'<
Da qualche anno dai post di questo blog denuncio le invivibilità scolastiche: ovviamente, tutti allineati e coperti. Per chi non legge il blog (ma anche per chi lo legge, vista l'assenza di commenti) va tutto bene, le scuole sono perfette e non è possibile che accada nulla.
L'evidenza andrebbe di pari passo con l'etica se questa fosse ancora riconoscibile, eppure oggi ho letto su un sito un articolo in cui una giornalista, o una blogger, intervistando un preside di una scuola palermitana ne trascrive il disagio.
Il preside Casertano, del Liceo Scientifico Einstein, dice: "Non abbiamo scale antincendio. Le porte hanno i cardini all´esterno, basta un piede di porco per aprirle". Conosco scuole nello stesso stato, ma i dirigenti scolastici ben si guardano dall'affermare qualcosa che sia aderente con la realtà: per il "buon nome" delle scuole, e per aspettarsi di fare orientamento millantando crediti, è sempre meglio una piccola bugia di una grande verità.
Insomma, ho apprezzato la lezione di civiltà. Ma ora bisognerà far qualcosa: sostenere questo preside, per esempio, e indicargli strade; verificare quale sia la vera posizione dell'ente proprietario, che è la Provincia Regionale di Palermo; capire in che misura sia ancora garantita la sicurezza, e quali corrette informazioni siano arrivate agli allievi e alle loro famiglie.
L'evidenza andrebbe di pari passo con l'etica se questa fosse ancora riconoscibile, eppure oggi ho letto su un sito un articolo in cui una giornalista, o una blogger, intervistando un preside di una scuola palermitana ne trascrive il disagio.
Il preside Casertano, del Liceo Scientifico Einstein, dice: "Non abbiamo scale antincendio. Le porte hanno i cardini all´esterno, basta un piede di porco per aprirle". Conosco scuole nello stesso stato, ma i dirigenti scolastici ben si guardano dall'affermare qualcosa che sia aderente con la realtà: per il "buon nome" delle scuole, e per aspettarsi di fare orientamento millantando crediti, è sempre meglio una piccola bugia di una grande verità.
Insomma, ho apprezzato la lezione di civiltà. Ma ora bisognerà far qualcosa: sostenere questo preside, per esempio, e indicargli strade; verificare quale sia la vera posizione dell'ente proprietario, che è la Provincia Regionale di Palermo; capire in che misura sia ancora garantita la sicurezza, e quali corrette informazioni siano arrivate agli allievi e alle loro famiglie.
20/09/09
A MISURA DI SCUOLA
Riporto sul blog l'ultimo rapporto di Cittadinanzattiva, a cui rimando (anche invitando a cliccare QUI col mouse). Il contenuto dell'iniziativa Misuriamoci con classe ci è tristemente noto, dalle pagine del blog lo abbiamo dichiarato sin dall'inizio e alla fine dello scorso anno scolastico con la pubblicazione on-line del volume Fuori Registro.
Scuola: alle aule la palma della insicurezza. E da oggi il rischio è il sovraffollamento. Presentato il VII Rapporto di Cittadinanzattiva su sicurezza, qualità e comfort degli edifici scolastici
Aule invivibili, bagni sporchi, palestre inagibili, cortili immondezzai. E poi crolli di intonaco, sedie e banchi rotti, barriere architettoniche, cavi volanti, pavimenti sconnessi. Un campionario di insicurezza diffuso nelle nostre scuole da Nord a Sud, con alcune situazioni paradossali: ad esempio l’aula con luci talmente soffuse da sembrare un night club, la scuola con 12 alunni disabili ma senza bagni adeguati, e quella senza riscaldamento anche se inaugurata solo tre anni fa.
Dal VII Rapporto Impararesicuri di Cittadinanzattiva, presentato oggi a Roma, emerge l’immagine di una scuola un pò cadente su sicurezza, qualità e comfort. Da ormai sette anni Cittadinanzattiva indaga sulla sicurezza delle nostre scuole e quest’anno giunge a quota 1447 edifici monitorati da un totale di 1527 cittadini adeguatamente formati.
Il Rapporto 2009 fa riferimento a 106 scuole di 11 regioni, per un totale di 33.606 studenti, di cui 610 disabili, e 3.726 insegnanti.
Già il contesto è a rischio
Gli edifici monitorati si trovano in un contesto ambientale caratterizzato da rischio sismico (54% delle scuole), rischio idrogeologico (26%), rischio industriale (7%), ed in zone ad elevato inquinamento acustico (8%) o elettromagnetico (4%). Le stesse scuole hanno registrato episodi di criminalità nei pressi o all’interno dell’edificio (14%), oltre che episodi di bullismo (11%) e vandalismo (34%). Per gli incidenti, ricordiamo i dati Inail appena pubblicati: nel 2008 ci sono stati 92.060 infortuni accorsi a studenti (+1.6% rispetto al 2007) e 13.879 ad insegnanti (+1,8%).
Certificazioni: sempre assenti
Resta grave l’assenza delle certificazioni. Risulta provvista del certificato di agibilità statica solo una scuola su tre (32%), ed una su quattro ha i certificati di agibilità igienico-sanitaria (26%) e di prevenzione incendi (27%).
Dato molto positivo è quello relativo alle prove di evacuazione, realizzate da tutte le scuole monitorate, almeno una volta l’anno. C’è però ancora la metà degli studenti che riceve solo sporadicamente, o non riceve affatto, attività formative sui comportamenti per la sicurezza. A questo proposito Cittadinanzattiva annuncia che anche quest’anno, il 25 novembre, si celebrerà la VII Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole: saranno coinvolte le scuole di tutta Italia, con un evento centrale in Abruzzo in collaborazione con il Dipartimento nazionale della Protezione civile.
Distacchi e crolli di intonaco: si salvi chi può
Basterebbe riepilogare gli episodi di cronaca che, solo nel corso del 2008-2009, hanno raccontato di cadute di finestre, solai, tetti e controsoffitti per rendersi conto che è un problema da non sottovalutare. Da Naro (AG) a Biella, da Poggioreale a Messina, da Bolzano a Agrigento, da Novoli (LE) a Belluno ed ancora a Carbonia, solo per citarne alcuni come esempio. I distacchi di intonaco interessano, in misura diversa, tutti i locali scolastici: sono segnalati nel 17% delle aule, nel 16% dei laboratori scientifici, 14% delle palestra, 13% delle mense, 11% dei bagni e aule computer.
Aule, che disastro!
Le aule in cui studenti ed insegnanti trascorrono dalle cinque alle otto ore al giorno, sono un vero disastro dal punto di vista del comfort e della sicurezza. Come se non bastasse, da questo nuovo anno scolastico, saranno anche a rischio sovraffollamento, a causa del nuovo decreto attuativo del Ministro Gelmini (legge 133/2008, art.64) che innalza il numero minimo e massimo di alunni per classe. Per questo Cittadinanzattiva lancia da oggi una “Misuriamoci con classe”, campagna di sensibilizzazione rivolta ai cittadini per invitarli a segnalare aule sovraffollate. Basterà compilare una apposita scheda sul sito www.cittadinanzattiva.it
Scuola: alle aule la palma della insicurezza. E da oggi il rischio è il sovraffollamento. Presentato il VII Rapporto di Cittadinanzattiva su sicurezza, qualità e comfort degli edifici scolastici
Aule invivibili, bagni sporchi, palestre inagibili, cortili immondezzai. E poi crolli di intonaco, sedie e banchi rotti, barriere architettoniche, cavi volanti, pavimenti sconnessi. Un campionario di insicurezza diffuso nelle nostre scuole da Nord a Sud, con alcune situazioni paradossali: ad esempio l’aula con luci talmente soffuse da sembrare un night club, la scuola con 12 alunni disabili ma senza bagni adeguati, e quella senza riscaldamento anche se inaugurata solo tre anni fa.
Dal VII Rapporto Impararesicuri di Cittadinanzattiva, presentato oggi a Roma, emerge l’immagine di una scuola un pò cadente su sicurezza, qualità e comfort. Da ormai sette anni Cittadinanzattiva indaga sulla sicurezza delle nostre scuole e quest’anno giunge a quota 1447 edifici monitorati da un totale di 1527 cittadini adeguatamente formati.
Il Rapporto 2009 fa riferimento a 106 scuole di 11 regioni, per un totale di 33.606 studenti, di cui 610 disabili, e 3.726 insegnanti.
Già il contesto è a rischio
Gli edifici monitorati si trovano in un contesto ambientale caratterizzato da rischio sismico (54% delle scuole), rischio idrogeologico (26%), rischio industriale (7%), ed in zone ad elevato inquinamento acustico (8%) o elettromagnetico (4%). Le stesse scuole hanno registrato episodi di criminalità nei pressi o all’interno dell’edificio (14%), oltre che episodi di bullismo (11%) e vandalismo (34%). Per gli incidenti, ricordiamo i dati Inail appena pubblicati: nel 2008 ci sono stati 92.060 infortuni accorsi a studenti (+1.6% rispetto al 2007) e 13.879 ad insegnanti (+1,8%).
Certificazioni: sempre assenti
Resta grave l’assenza delle certificazioni. Risulta provvista del certificato di agibilità statica solo una scuola su tre (32%), ed una su quattro ha i certificati di agibilità igienico-sanitaria (26%) e di prevenzione incendi (27%).
Dato molto positivo è quello relativo alle prove di evacuazione, realizzate da tutte le scuole monitorate, almeno una volta l’anno. C’è però ancora la metà degli studenti che riceve solo sporadicamente, o non riceve affatto, attività formative sui comportamenti per la sicurezza. A questo proposito Cittadinanzattiva annuncia che anche quest’anno, il 25 novembre, si celebrerà la VII Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole: saranno coinvolte le scuole di tutta Italia, con un evento centrale in Abruzzo in collaborazione con il Dipartimento nazionale della Protezione civile.
Distacchi e crolli di intonaco: si salvi chi può
Basterebbe riepilogare gli episodi di cronaca che, solo nel corso del 2008-2009, hanno raccontato di cadute di finestre, solai, tetti e controsoffitti per rendersi conto che è un problema da non sottovalutare. Da Naro (AG) a Biella, da Poggioreale a Messina, da Bolzano a Agrigento, da Novoli (LE) a Belluno ed ancora a Carbonia, solo per citarne alcuni come esempio. I distacchi di intonaco interessano, in misura diversa, tutti i locali scolastici: sono segnalati nel 17% delle aule, nel 16% dei laboratori scientifici, 14% delle palestra, 13% delle mense, 11% dei bagni e aule computer.
Aule, che disastro!
Le aule in cui studenti ed insegnanti trascorrono dalle cinque alle otto ore al giorno, sono un vero disastro dal punto di vista del comfort e della sicurezza. Come se non bastasse, da questo nuovo anno scolastico, saranno anche a rischio sovraffollamento, a causa del nuovo decreto attuativo del Ministro Gelmini (legge 133/2008, art.64) che innalza il numero minimo e massimo di alunni per classe. Per questo Cittadinanzattiva lancia da oggi una “Misuriamoci con classe”, campagna di sensibilizzazione rivolta ai cittadini per invitarli a segnalare aule sovraffollate. Basterà compilare una apposita scheda sul sito www.cittadinanzattiva.it
19/09/09
16/09/09
>COSA LORO<
Continuo a sorprendermi, innocentemente, come se fosse sempre la prima volta. La scuola rispecchia la società, e la società non è uguale per tutti; oppure, non tutti hanno del mondo una visione sociale, comunitaria, per cui alcune cose "problematiche" appartengono a tutti mentre altre "vantaggiose" appartengono a pochi: loro. Io penso la scuola come un corpo comunitario, un corpo sociale, in cui ogni particella compone il disegno di un'immagine che la scuola dà di sé. Il mio è un lavoro non una missione, ma per fare in modo che il mio lavoro serva a qualcosa deve essere incastrato al lavoro di un altro che, so, produce cose anche per me.
Il tempo in cui questo lavoro viene prodotto va spesso a coincidere col tempo che la scuola concede, o col tempo che la scuola destina ad altro da quello che è il semplice lavoro "da contratto". Ognuno, poi, si porta appresso le esperienze, le relazioni, le specificità, le competenze (anche non strettamente disciplinari) che può, o meno, utilizzare a vantaggio della formazione di una o più generazioni di allievi. Quando questa cosa avviene ne ha beneficio la scuola tutta, in ogni sua componente. Non si nega la paternità, o la maternità, all'idea mentre si mette a sistema il modello, o il criterio, per cui è possibile che una cosa avvenga e si reiteri in maniera "sociale".
Nonostante le scoppole che continuo a prendermi, continuo a credere che questo debba essere il modello di riferimento, ingenuamente. Oggi ho avuto la dimostrazione che non sempre è vero e che ci sono quelli che, imparando dalla propria terra e dalla propria storia atavica, applicano il modello autoctono (cosa loro) al modello virtualmente sociale. Certo, è vero, pongono la cosa in maniera trasversale ed elegantemente, e con proprietà di linguaggio, esibiscono la loro trasversalità tra scuola e società facendosi carico di relazioni valoriali inaccessibili ad altri mettendo (coscientemente) a repentaglio qualunque ragionamento sulla legalità e l'educazione dei ragazzi. Dopotutto è un modo d'essere, come lo si può cambiare?
Il tempo in cui questo lavoro viene prodotto va spesso a coincidere col tempo che la scuola concede, o col tempo che la scuola destina ad altro da quello che è il semplice lavoro "da contratto". Ognuno, poi, si porta appresso le esperienze, le relazioni, le specificità, le competenze (anche non strettamente disciplinari) che può, o meno, utilizzare a vantaggio della formazione di una o più generazioni di allievi. Quando questa cosa avviene ne ha beneficio la scuola tutta, in ogni sua componente. Non si nega la paternità, o la maternità, all'idea mentre si mette a sistema il modello, o il criterio, per cui è possibile che una cosa avvenga e si reiteri in maniera "sociale".
Nonostante le scoppole che continuo a prendermi, continuo a credere che questo debba essere il modello di riferimento, ingenuamente. Oggi ho avuto la dimostrazione che non sempre è vero e che ci sono quelli che, imparando dalla propria terra e dalla propria storia atavica, applicano il modello autoctono (cosa loro) al modello virtualmente sociale. Certo, è vero, pongono la cosa in maniera trasversale ed elegantemente, e con proprietà di linguaggio, esibiscono la loro trasversalità tra scuola e società facendosi carico di relazioni valoriali inaccessibili ad altri mettendo (coscientemente) a repentaglio qualunque ragionamento sulla legalità e l'educazione dei ragazzi. Dopotutto è un modo d'essere, come lo si può cambiare?
09/09/09
DI LA' E DI QUA
Ogni anno la solita solfa, magari cambia il dirigente o il docente. Quale scuola? Quella di là o quella di qua. Al Salvemini non c'è storia e si sottolinea con sempre maggiore evidenza (ma qui, sul blog, ne abbiamo scritto a bizzeffe) che c'è una sede centrale e una succursale: serie A e serie B. Con tutto quel che ne consegue: trattamento da serie B, circostanze da serie B, arredi da serie B, laboratori da serie B, biblioteca... Già!
03/09/09
3 SETTEMBRE 2009
Dinanzi all'improvvisa emersione della normalità attesa si rende palese la scoria dell'improvvisazione.
Buon inizio d'anno a tutti!!!
Buon inizio d'anno a tutti!!!
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