Una cosa così subdola e coercitiva non mi era ancora passata davanti. La chiamano "rilevazione integrativa" e riguarda la raccolta di dati "sensibili", alla faccia della privacy (che conta solo quando tocca il portafoglio o le beatitudini della politica) relativi alla scuola, pubblica e privata. Di che si tratta? Vi lascio alle virgolette ministeriali: "Le Rilevazioni/Dati generali (ex Integrative) sono indagini che annualmente vedono tutte le scuole, statali e non statali, impegnate nella raccolta e comunicazione di dati di particolare interesse (alunni diversamente abili, alunni stranieri, dispersione scolastica...) al sistema informativo centrale.
Il patrimonio informativo del sistema, che è costituito da dati di carattere generale sul personale e sugli alunni, viene così integrato con notizie più specifiche: le rilevazioni diventano, quindi, la base informativa essenziale per il monitoraggio del sistema scolastico educativo ed uno dei riferimenti su cui costruire le politiche scolastiche."
Lo capirei se la scuola fosse uguale per tutti (al proposito, ho già scritto un post sull'argomento poco più di un anno fa), ma non è così: la scuola NON è uguale per tutti. Infatti le rilevazioni si occupano solo di dati fluidi, in movimento, instabili mentre ci sono dati relazionali, stabili e immobili che fanno la differenza e hanno a che fare con lo stato dell'edilizia scolastica, soprattutto al sud, con la gestione, e scarsa aderenza, del testo unico 81/08 sulla valutazione dei rischi negli immobili rispetto alla realtà dei fatti. Chi dice a miss Gelmini che la maggior parte dell'edilizia scolastica è a rischio, che Comuni e Province (nella maggior parte dei casi rilevati, non ultima l'inchiesta di Report su Catania) se ne infischiano che le scuole abbiano una lista di problemi mai risolti, che gli Uffici Scolastici fanno orecchie da mercante dinanzi alle legittime richieste di dirigenti e docenti e che, but not least, molti dirigenti coprono queste situazioni mettendoci sopra chili di cotone emostatico fino a quando l'emorragia non sarà davanti agli occhi di tutti?
Dunque, per legge (dinanzi a questa altisonanza consiglierei una genuflessione), bisogna tener conto delle rilevazioni integrative e contare i peli del culo di ogni assenza, retribuzione e dispersione. E allora, per scelta (non sia mai che qualcuno la faccia davvero!), mi piacerebbe introdurre un quadernetto di appunti e fotografie che tenga conto dello status quo degli istituti scolastici, in quanto tali: nudi e crudi. Giusto per contare cosa, per legge, corrisponda a quanto previsto dal testo unico citato: quante scale di sicurezza, quante porte antincendio, quale rispetto delle norme igieniche, quale controllo della normativa a tutela dei non fumatori, quali rischi correlati per gli allievi diversamente abili, e la lista potrebbe allungarsi a dismisura. Ma non per spocchia, per incrociare i dati. E verificare se poi il dato relativo alla dispersione scolastica abbia a che vedere, in qualche misura, con lo stato in cui vengono abbandonate le scuole pubbliche dalle strutture pubbliche. Già, perché fare i confronti tra scuole pubbliche e scuole private solo sulla base dei dati richiesti è una presa per i fondelli. Facciamo il paragone mettendo in conto il costo della retta, i servizi espressi, il lavoro prodotto, le strutture presenti, lo stato dell'edilizia, le risorse erogate, la provenienza dell'utenza, e a questo sommiamo le richiestine previste.
Non si possono sommare, lo sappiamo dalle scuole elementari, cavoli e patate. Fanno parte di insiemi diversi, tranne che non si faccia un minestrone. Ma anche lì, i cavoli sono cavoli e le patate rimangono patate, anche se i sapori si sono poco poco mescolati. Faccio l'esempio del ponte sullo Stretto: non lo posso paragonare al ponte che sta in Giappone, per fare il conto dell'evoluzione in termini di lunghezza, perché quello è stato realizzato solo come attraversamento stradale. Se quello che intendono propinarci è stradale e ferroviario, va paragonato con un altro ponte stradale e ferroviario: teoria degli insiemi, semplice. Per cui l'evoluzione non è - in lunghezza, portata, capacità - di 1200 metri in più (che già, in termini ingegneristici, sarebbe un miracolo) ma di 2300 metri in più rispetto all'altro ponte stradale e ferroviario esistente (che, detto in termini "evoluzionistici", è una bufala, con tutto il rispetto del bovino). Sicché, vorrei invitare docenti, studenti e dirigenti, ma anche genitori, giornalisti e cittadini a fare il proprio dovere civico per ottenere maggiori diritti condivisi: una bella rilevazione integrativa dello stato in cui si trovano le scuole, che vada oltre la lista di dati sensibili richiesti. Se proprio bisogna fare un minestrone, è necessario avere tutti gli ingredienti.
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