Ringrazio Mila della sponda, che rilancio anche attraverso il mio blog. L'articolo da lei ritrovato ricuce dati che altri avevano smarrito o volutamente dimenticato. Le nostre scuole sono prodighe di progetti pof, por e pon, sulla legalità, addio pizzo, contro le mafie e altre leccornie perniciose ma succulente tese ad oscurare quello che il buon senso tende a non far emergere: gli edifici scolastici appartengono alle mafie.
Lucio Luca
IN AFFITTO DAI CLAN LE SCUOLE DI PALERMO
Repubblica — 27 marzo 1993
"Sulle scuole pubbliche di Palermo c'è la lunga mano di Cosa Nostra. E il mercato miliardario degli affitti è monopolio di alcune società immobiliari che rappresentano anche interessi mafiosi. Due di esse possono contare, da sole, su 23 delle scuole date in affitto dal Comune". Una denuncia forte quella del deputato del Pds Pietro Folena che ieri ha introdotto la lunga audizione davanti alla commissione parlamentare Antimafia del presidente della Regione Siciliana Giuseppe Campione, del sindaco dimissionario di Palermo Manlio Orobello e del presidente della Provincia Francesco Caldaronello. Più di cinque ore di lavoro per discutere della situazione edilizia scolastica palermitana. "Nessun appalto sfugge alle irregolarità - dice Pietro Folena, per anni segretario del Pds siciliano -. Il Comune di Palermo, ad esempio, spende 16 miliardi all'anno per affittare decine di scuole pubbliche della città. E il cinquanta per cento dei costosissimi edifici non ha i requisiti igienici e di stabilità richiesti dalla legge". Ma il dato più sconcertante, secondo Folena, è legato ai rapporti che il Comune ha instaurato da decenni con società immobiliari in odor di mafia. "Già nel 1972 la commissione parlamentare aveva lanciato un grido d'allarme. La relazione Cattani aveva denunciato che la maggior parte dei proprietari degli edifici scolastici pubblici era legata a uomini di Cosa Nostra. E' il caso, per esempio, dei titolari delle immobiliari Strasburgo e Leonardo da Vinci: si tratta - continua Folena - dei fratelli Vincenzo e Giacomo Piazza, indiziati mafiosi, imprenditori edili legati ai boss Pietro Torretta e Salvatore Bonura. Eppure, malgrado le considerazioni della relazione Cattani, le immobiliari dei fratelli Piazza continuano a controllare il mercato degli affitti". Ma esistono altri casi clamorosi: la Cavina dei fratelli D'Arpa, la Cositur dei Salvo di Salemi e del costruttore Francesco Vassallo, che già nel '72 veniva definito "compromesso con la mafia". Società che intascano ogni anno diversi miliardi dal Comune di Palermo per l'affitto di edifici assolutamente inadeguati per accogliere migliaia di studenti. "Nel corso degli anni - aggiunge Folena - si è sviluppato un meccanismo inquietante di morosità da parte del Comune: l'amministrazione pubblica ha consentito, ma forse sarebbe meglio dire ha favorito, che il proprietario aumentasse i canoni. Il tutto per fare affluire un fiume di denaro nelle casse di imprenditori molto chiacchierati". Secondo Folena, dunque, esisterebbe "una cupola, una centrale unica collegata a Cosa Nostra, che controlla le scuole di Palermo e della provincia". E il deputato del Pds fa alcuni clamorosi esempi: quello dell'Istituto d'Arte di Bagheria, proprietari i fratelli Sciortino, indiziati mafiosi con precedenti per truffa alla Cee. Il Comune ha pagato ben 4 miliardi e mezzo per l'acquisto di locali fatiscenti. E poi il caso dell'Iti Volta di Palermo, la scuola più grande della Sicilia con oltre 2800 studenti e 300 professori: l'immobile è di proprietà dei fratelli Teresi, anch'essi molto chiacchierati, ai quali viene pagato un canone annuo d'affitto di ben 3 miliardi e mezzo.
Pietro Folena ricorda che la legge Falcucci dell'88 prevedeva la costruzione di 40 nuove scuole pubbliche. Dopo cinque anni sono cominciati i lavori di solo quattro edifici: "Un modo per evitare la costruzione di nuove scuole - dice Folena - e consentire alle immobiliari di percepire i miliardi elargiti dall'amministrazione pubblica per gli affitti". Folena lancia dunque una proposta: "E' tempo che venga nominata ad hoc un'autorità unica per le scuole che nel giro di sei mesi possa risanare un settore dominato da interessi poco chiari".
1 commento:
Dal " Giornale di Sicilia" del 20 febbraio 2001, articolo di Valeria Giarrusso nella " Cronaca di Palermo" :
" Una nuova scuola per gli alunni dell'istituto professionale Salvemini. Trentuno classi, sei laboratori, due aule da disegno, un'ampia palestra, l'aula magna per le attività teatrali e due ascensori: tutto ristrutturato dall'amministrazione di palazzo Comitini. La nuova struttura per la sede centrale del Salvemini arriva dopo il boom di iscrizioni nell'istituto ( quest'anno è stato registrato un incremento di 552 alunni, pari a nove classi ) e risolve i problemi che hanno dovuto affrontare fino all'anno scorso venti alunni disabili a causa delle barriere architettoniche .(...)Alla cerimonia d'inaugurazion erano presenti anche il presidente della Provincia Francesco Musotto, gli assessori alla Pubblica istruzione e al Patrimonio, Tommaso Romano e Carmelo Scelta, il provveditore Guido Di Stefano, il direttore della Pubblica istruzione in Sicilia, Michele Calascibetta.'Affidiamo oggi alla popolazione scolastica - ha detto Musotto _ un edificio moderno, funzionale e luminoso, in sintonia con i parametri europei. Continua così l'impegno di questa amministrazione che è riuscita a consegnare, nel giro di un anno, ben otto nuove scuole nel territorio e a risolvere, con le operazioni che hanno interessato nel capoluogo gli ex Mulini Virga e appunto l'istituto Salvemini, i problemi di cinquemila tra studenti, docenti e operatori'. All'inaugurazione non ha potuto partecipare Toti Cecala, presidente del consiglio scolastico provinciale (...) Cecala ha inviato una lettera sia alla preside della scuola che al presidente della Provincia: ' In questa giornata di festa formulo gli auguri a studenti ed a operatori scolastici del Salvemini - scrive - ma esprimo il rammarico per l'ulteriore ricorso alla locazione di immobili di proprietà privata e per la mancanza di adeguate strutture di edilizia scolastica pubblica di cui numerosi istituti avvertono l'esigenza ' "
Quanta acqua è passata sotto i ponti! Quante le riflessioni possibili sui cambiamenti degli spazi dell'edificio e sulle sue condizioni, sul calo delle iscrizioni! Ma quanto poco è invece cambiato nella politica scolastica di questa città e sul modo di risolvere i problemi...
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