29/05/07

POCHE MOSSE


Lo scorso anno, in via molto sperimentale, era stata adottata la pratica, invalsa presso i graffitari, o più prosaicamente writers, di occupare con graffiti "autoriali" alcune pareti dell'Istituto Salvemini. L'esperimento, come tutti gli esperimenti che si rispettino, non aveva sortito l'effetto voluto: ovvero, l'esempio non fu seguito e rimase lì, in una stanza, rinchiuso per sempre. Quest'anno qualcosa è cambiato, oppure il progetto è lievitato, come la pasta del pane, e qualcun'altro ha pensato che l'intenzione era buona ma la resa, probabilmente, meno, per cui gli studenti e i professori di indirizzo grafico hanno "progettato" in largo anticipo, con i ragazzi, dei modelli e li hanno fatti realizzare, dai ragazzi, in un secondo momento. Il creative day, inoltre, fortemente voluto da Norman Vitale e da altri allievi presenti presso la sede centrale dell'Istituto, è stato uno dei momenti in cui la teoria ha sposato la pratica e alcuni graffiti sono stati realizzati (anche nonostante, mi tocca dirlo, il pessimo e inutile boicottaggio di alcuni docenti, di ogni indirizzo) in varie parti della sede centrale. La fotografia ne evidenzia uno, ma ce ne sono altri e più interessanti. Con questo breve post vorrei, invece, porre l'attenzione sui luoghi in cui sono stati realizzati i disegni. Sono gli stessi che in un precedente post Mavix ha classificato come "nave-fantasma" o, forse, solo la sua stiva. Effettivamente, scendere a "meno uno" o a "meno due", già nella stessa espressione, ricorda un film tipo Resident Evil, e a questi livelli l'attenzione per i luoghi va via via scemando fino a diventare inesistente, anzi no: a "meno due" l'habitat preservato negli anni alimenta una comunità di culicidae che sostengono l'interesse di docenti e studenti verso le scienze naturali. Si può invece notare, nella suddetta stiva, e proprio di fronte al disegno già visto, lo stato delle cose riportato in foto:

Io immagino che si tratti solo di disattenzione, non certo di negligenza. Anzi, è probabile che il redattore del testo (io) non si sia reso conto che in realtà trattasi di una installazione artistica la cui didascalia è venuta meno. Eventualmente, me ne scuso. Ma se così non fosse? E se i casi del genere siano ripetuti, come quando per gettare via la polvere raccolta si colloca sotto lo zerbino anziché mettere in moto il sistema di movimenti tesi a farla sparire. Solo che una serie di elementi d'arredo di certa entità non sono polvere, e si notano, e fanno commentare, a chi li nota, che non si può educare alla decenza e alla legalità dinanzi a questo scempio. Va anche notato, però, che se quegli oggetti stanno in quelle condizioni (e non ci mettiamo ad enumerare i tipi di vandalismi a cui sono soggetti) qualcuno avrà avuto la possibilità di farlo, forse nel tempo, senza che altri vi si sia opposto, e traduco: se un cretino si mette a scrivere idiozie su una porta e nessuno dei suoi coetanei, o dei docenti, gli fa notare che quella è la porta di tutti e non la sua personale e non lo intima di cancellare le idiozie appena scritte, allora quella abitudine si stratifica e tutti pensano di potere usare i luoghi collettivi come se fossero propri, nel senso di proprietà personale, e tale usanza piano piano si sposterà dal personale al collettivo, e dalle scritte all'atto vandalico, col risultato che è sotto gli occhi di tutti. Non ci vuole molto però, poche mosse e ogni cosa va al suo posto.

27/05/07

SIPARIETTO


Mi sono trovato, nei miei reportages, a fotografare la dedica qui sopra riportata. Sta in uno dei bagni di Viale dell'Olimpo, Istituto Salvemini. Una delle frasi più ricorrenti durante le ore di lezione è proprio "posso andare in bagno?", al punto che viene da pensare che nelle hit dei luoghi più frequentati degli istituti scolastici il bagno abbia un posto d'onore, più delle palestre e dei laboratori. O, forse, si va a scuola per avere la possibilità di incontrarsi in bagno! Non lo so, va preso atto che, però, la dimensione dell'evento è notevole e non riguarda il solo uso comune del gabinetto, quanto una socialità repressa nelle aule che ritrova, nel cesso, una sua ragion d'essere. Il bagno della scuola è un luogo familiare, appartiene ad un privato non descrivibile, è disponibile ad usi diversi da quello convenevole, si adatta ad ogni situazione di disagio (dalla diarrea al pianto liberatorio), è il luogo dell'ospitalità, vi si condividono i compiti e le sigarette, eccetera. Insomma, un luogo da valorizzare ulteriormente dal punto di vista cromatico, olfattivo e sonoro, condividendo con gli utenti, vecchi e nuovi, proposte e innovazioni, magari trasferendovi la classe a fare lezione giusto per sentire, di tanto in tanto, la fatidica richiesta: "posso andare in aula?".

25/05/07

PUNTI DI VISTA

Questo Istituto ha tre indirizzi tematici, e tre indirizzi postali (compresa la mail). La sua fantomatica utenza è quella che ormai molti ritengono "difficile", e si porta appresso il luogo comune che gli istituti tecnici e professionali siano scuole di serie B. Se a questo aggiungiamo l'anarchia rappresentata dai comportamenti dentro e fuori le aule, l'incapacità di dialogo generazionale tra docenti e studenti - tranne che una simpatia generalizzata verso alcuni piuttosto che altri - e lo stato di degrado dei luoghi in cui si svolge la propria vita, docenti e studenti, per otto mesi l'anno (tolte festività, malattie, ferie, scioperi e assemblee d'ogni sorta), ne abbiamo l'esplosivo cocktail di disagio e di insoddisfazione generale, non solo relativa ai profitti. Aggiungiamo quello che ha fatto notare Infinity con un post in cui denunciava l'esodo di 15 insegnanti, e le denunce visive di Mavix sui luoghi in cui si lavora, o le mie fotografie commentate sulle richieste di normalità e ne abbiamo, come risultato, una sorta di trincea senza generali da cui è impossibile, così pare, sferrare qualsivoglia attacco. Mettiamo inoltre che i tre "corpi militari" quasi non si confrontano e, anzi, si percepisce una frizione sterile tra le parti che non conduce ad alcun risultato, tranne che una ulteriore e radicale divisione. Mi pare di vivere da attore, forse comparsa, il Tito Andronico di Shakespeare, a cui rimando per una lettura. Detto questo: cosa intende "insegnare" la scuola? Legalità, rispetto, scolarizzazione, educazione, etica, pulizia, professionalità, lavoro di gruppo, competizione? Mi auguro di sì. Per questo credo che, solo per iniziare, vadano cambiati i rapporti generali, la maniera di gestire gli spazi e il sistema per affrontare questa crisi silenziosa. Credo che vadano almeno "dette" cose che si rimandano e che non aiutano il clima generale dei rapporti, nonché dell'insegnamento (e dell'apprendimento, anche dei docenti). Sicché muovo un passo in una direzione, attendendo i commenti del caso.

Lo scollamento tra gli indirizzi, e l'incapacità ad integrarne gli effetti sulla popolazione studentesca, nonché sul mondo del lavoro (aprendo anche nuove vie, di concerto con enti e aziende) non fa che allontanare da una visione complessa della realtà, sminuendo il portato di un possibile, e attendibile, coordinamento. La questione riguarda in parte la base "aziendale" dell'Istituto che, nel tempo, ha perso consensi e allievi a favore, in primis, del settore "turistico" e in seguito, con più forza, del "grafico pubblicitario" al punto che (voci di corridoio?) l'Istituto viene letto dalla città in prevalenza come tale (grafico) anche se nel suo pessimo acronimo (IPSSCT) le lettere GP non compaiono. Questo ha comportato un irrigidimento della rotta, barra al centro, sugli indirizzi statutari, ad essi implementando risorse e progetti, mentre in realtà l'apprezzamento degli utenti andava altrove, come iscrizioni e rapporto scuola/lavoro. Ora, io non ho dati a mia disposizione perché nessuno (soprattutto a ridosso delle iscrizioni e dell'apertura d'anno) si è premurato di valutare percentualmente le tendenze, ma le voci corrono e non solo quelle. Ci sono soluzioni? Andrebbero valutate ma, tenendo in considerazione almeno il buon senso e prendendo spunto da quanto dichiarato dal ministro competente (v. post SE SON FIORONI), bisognerà evitare per i prossimi anni il muro contro muro degli indirizzi, bisognerà (probabilmente) attuare proposte didattiche transdisciplinari con un occhio alle richieste delle aziende e, soprattutto, percorrere direzioni rischiose anticipando la domanda di figure professionali.
Lo status quo non aiuta nessuno.

24/05/07

"IO SONO ACQUA"





[le foto sono di Adriana De Gregorio]

PAROLE NUOVE

Per chi si avvicina per la prima volta al blog, a questo e al blog in senso generale, ecco una lista dei nuovi termini utili per una comprensione degli strumenti e dei soggetti da affrontare. Non c'è niente di difficile. Sono soltanto parole, e una volta comprese risultano veramente innocue. Ma, quando le parole non vengono lette, non vengono capite: in quel caso sono difficili, pericolose e imperscrutabili.

BLOGGER
Colui che possiede un blog o scrive su un blog.

BLOGOSFERA
Definisce l’insieme dei blog pubblicati in rete intesi come comunità e le loro relazioni reciproche.

POST
Tutte le pubblicazioni inserite in un blog, etichettate con la data e l'orario di inserimento e visualizzate in ordine cronologico inverso cioè dal più nuovo al più vecchio. Dal termine post deriva il verbo "postare". Termine già utilizzato per forum e newsgroup

COMMENTATORE
Persona che partecipa alla discussione lasciando commenti su un blog ad un post o a commenti precedenti, in alcuni casi solo dopo essersi registrato.

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Serie di commenti (REPLY) inseriti dai lettori di un blog che seguono un tema (il messaggio originario è il TOPIC) e una sequenza cronologica.

BLURKER
Persona che segue un blog "silenziosamente" senza mai partecipare alla discussione nei commenti.

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IL SALVEMINI E LA “Mossa Kansas City”


Avete visto recentemente il film “Slevin – Patto Criminale” film di Paul McGuigan, dove Bruce Willis nei panni di un killer professionista applica con le sue vittime la sua “Mossa Kansas City” , li distrae, li porta a dire e fare cose a spostarsi nei ragionamenti e nei fatti per poi applicare su di loro un destino che non si aspettano. Buffo no? Ma possiamo dire che accade anche al Salvemini.

Si parla di Ministero, di fondi, di tagli che vengono dall’alto, di didattica, quanti discorsi sulla didattica, ore e ore a parlare del mezzo punto qua e mezzo punto là, di dispersione scolastica, di bla, bla, bla, si svolge l’orientamento “…noi abbiamo fatto questo…, …siamo stati i primi in quest’altro…” e l’insegnante o l’allievo spreca le sue energie, dibattendo, rispondendo animatamente sul mezzo punto o sul 5 da togliere, dando seguito alle affermazioni ..ma nel frattempo ciò che crede si stia svolgendo lì dove è lui, a sinistra, che sia quella la realtà e la problematica, avviene invece a destra e ciò di cui lo stanno facendo discutere non ha nulla a che fare con i fatti.
E’ uno spostare l’attenzione. Un po’ ciò che fa il prestigiatore, cambia semplicemente il punto di attenzione per poter agire indisturbato, certo che il malcapitato non lo stia guardando. Docenti, studenti, personale ata dell’istituto Salvemini sono stati vittime per anni della “Mossa Kansas City” e oramai se ne sono accorti e sono stanchi, stanchi. Che fare?
Nessun insegnante desidererebbe essere licenziato, nessun allievo sospeso è la legge della sopravvivenza, chi avrebbe l’ardire di giudicare? Chi agisce però non può farlo ovviamente da solo ma si avvale della collaborazione silenziosa di qualcuno, più di uno. Chi siete?
Non dico di opporvi ma di USCIRE DI SCENA CON QUEL POCO DI DIGNITÀ CHE VI RIMANE.
L’istituto sia nell’organizzazione, nell’efficienza e nella struttura è indegno, indecente, vergognoso, impresentabile non consiglierei a nessun ragazzo di iscriversi, a nessun insegnante di trasferirvisi, MAI. Una quindicina di insegnanti hanno chiesto il trasferimento verso altre scuole, altre realtà, è una fuga vera e propria, scappano e questo non viene visto da nessuno di competenza?

23/05/07

SITOGRAFIE

Oggi ho tentato di raccontare ai ragazzi della 2K come si realizza una sitografia. Non è difficile, basta dirlo per bene un paio di volte e gli interlocutori poi vanno avanti da soli. Ora, una sitografia è il corrispettivo della bibliografia, per chi non lo sapesse, ma l'argomento riguarda i siti web che contengono documentazioni varie. Per altri versi è una specie di mappa concettuale: testimonia la ricerca di un soggetto da parte di un soggetto altro, il suo ritrovamento e la trascrizione della sua esistenza. Poi, se si vuole essere più precisi, si può selezionare i siti per argomenti e per famiglie di argomenti, e via dicendo. Più la cosa si approfondisce, più la ricerca si fa sottile e il campo si stringe. Ma una sitografia, esattamente come una cartografia, è veramente una mappa, non solo concettuale; e per riconoscere una mappa abbiamo bisogno di diversi siti collegati tra loro secondo una certa relazione, e tra i siti ci saranno luoghi reali e virtuali, e dentro questi luoghi ci saranno persone (reali e virtuali) con i loro molteplici indirizzi postali (reali e virtuali) e i loro modi di comunicare (mail, blog, chat, sms, etc).
Sicché, senza togliere nulla al pregevole lavoro di altri, ho pensato oggi pomeriggio di iniziare a tracciare questa mappa relazionale, invitando a partecipare a questo blog quei soggetti (docenti e studenti) che hanno già una certa confidenza con il web, e che ho ritrovato (sul web) con una ricerca "non" approfondita. Per cui, ho invitato a partecipare alla comunità di runniegghié "attori" di altri siti cittadini, i cui istituti di riferimento sono: ITC Libero Grassi, ITIS Vittorio Emanuele, IC Buonarroti, IPSIA Enrico Medi, Istituto Tecnico Marco Polo e ITIS Volta. Per ora. L'Istituto Salvemini sa già della mia iniziativa, visto che ho invitato la preside, e altri professori, nonché studenti, a collegarsi al blog, a scrivere e a commentare. Le cose cambiano solo se si smuovono, questo è solo un punto di partenza.

AUTORE IGNOTO


Premetto: ritengo che chiunque si metta a scrivere su un muro abbia seri problemi di comunicazione; poi, il fatto che lo faccia riguarda un'etica della collettività che nel soggetto è pressocché mancante. Detto questo, ogni scuola "media superiore" ha i suoi graffiti che stanno in ogni superficie scrivibile, e spesso non lavabile: muri, banchi, termosifoni, vetri, porte, etc...
I contenuti di queste memorie singole e collettive (spesso anche il gruppo scrive e si firma) andrebbero analizzati, prima di venire cancellati, ma ad una prima e superficiale lettura si direbbe che il due o il tre percento denuncia un disagio reale: il resto è aria fritta.
Nello stesso tempo, non si può ascrivere a tutti i ragazzi che frequentano la scuola questa vena pseudo letteraria, per quanto prodotto di un disagio e di un desiderio di appartenenza che sfiora l'idiozia. Chi si permette di scrivere sulle "superfici scolastiche" lo fa perché altri inibiscono la sua vena artistica in altri luoghi, a casa soprattutto. Ma spesso, e la foto riportata lo denuncia, uno si accolla la responsabilità di comunicare tale disagio per conto di tutti. L'analisi logica dello slogan dice (io) LO SO, (noi tutti) SIAMO VANDALI. Io gli risponderei: PARLA PER TE!

21/05/07

DEBITI E CREDITI

Metto al corrente gli utenti del blog (docenti, dirigenti e studenti) della possibilità di operare in altra maniera il recupero dei debiti per il prossimo anno, ormai. Esiste uno dei servizi di Indire che trasmigra agli studenti l'esperienza dei corsi di formazione on line per i docenti e, a mio modesto parere, mi pare una "buona pratica" da tenere in considerazione, seppur limitata a poche discipline ancora. Il testo che segue è stato rubato da INDIRE, ma ognuno può entrare nel merito della questione andandosi a spulciare personalmente il sito. Ovviamente, dovrà essere cura del dirigente scolastico porre la questione e risolverla col proprio staff. Noi ne sollecitiamo, soltanto, l'intervento.

"Gli studenti vengono iscritti a SOS studenti dalla scuola, dietro segnalazione dei propri insegnanti. Per questa prima edizione l'iscrizione è riservata agli studenti con obbligo di recupero per le materie afferenti il biennio della secondaria superiore, limitatamente alle quattro discipline previste (Matematica, Inglese, Fisica e Italiano). Sarà possibile iscrivere all'ambiente anche quegli alunni che, sebbene non abbiamo contratto il debito formativo, abbiano tuttavia necessità di svolgere percorsi di studio e di approfondimento nelle suddette discipline. Possono essere iscritti gli alunni del biennio della secondaria superiore o, in qualche caso, anche quelli del terzo anno, nella misura in cui il docente di classe ritenga opportuno un ripasso di concetti e contenuti affrontati negli anni precedenti.
La procedura per effettuare le iscrizioni è la seguente:
1. ogni scuola effettua il login - utilizzando come codici di accesso il codice meccanografico del sistema informativo del Ministero (quello attribuito all'istituzione scolastica) e la password utilizzata per le iscrizioni a Puntoedu (Piano di formazione FORTIC, Puntoedu Europa ecc.);
2. dopo aver effettuato il login, sono disponibili due segreterie ("Segreteria insegnanti" e "Segreteria studenti") per la gestione delle funzioni relative alle iscrizioni e per consultare e stampare le schede nominative degli iscritti.

Nella segreteria insegnanti è possibile:
- iscrivere gli insegnanti del proprio istituto incaricati del sostegno e del recupero scolastico e/o gli insegnanti curriculari;
- consultare i dati delle iscrizioni degli e-tutor;
- stampare le schede nominative contenenti i dati per l'accesso (Username e Password) da consegnare ad ogni singolo e-tutor.

Nella segreteria studenti è possibile:
- iscrivere gli studenti che hanno debiti da recuperare, oppure hanno bisogno di un sostegno in una delle quattro discipline disponibili;
- consultare i dati delle iscrizioni degli studenti;
- stampare le schede nominative contenenti i dati degli studenti.

Attenzione
Viene lasciata alla discrezione delle scuole la possibilità di gestire e organizzare le attività di recupero secondo la propria programmazione didattica, oltre alla libertà di costituire i gruppi di studenti e di assegnare loro i docenti prescelti. E' necessario ricordare che per ciascuna area disciplinare (Matematica, Inglese, Fisica, Italiano) ogni studente potrà avere solo ed esclusivamente un e-tutor. Di conseguenza, se la scuola iscrive più di un docente per una stessa disciplina, i docenti iscritti avranno studenti differenti. Sarà cura del docente associare alla sua figura gli studenti a lui assegnati."

19/05/07

ANIME SALVE


Facciamo il punto. L'istituto Salvemini viene "postato" su due siti: quello ufficiale (www.salvemini.it) e questo, non ufficiale. Ovviamente uno ha, probabilmente, limiti istituzionali e l'altro, questo, no. Ma all'interno dei due siti scrivono quelle che chiameremo, citando De André, "anime salve" o spiriti liberi o voci che non intendono allinearsi ed essere allineate. Per questo motivo vanno sostenuti entrambi.
Bisogna essere presenti, critici, costruttivi e informati per rispondere, confrontarsi, crescere e aggiornare. Lo si può essere meglio quando respira anche uno dei polmoni culturali della scuola, di ogni scuola: la biblioteca.

La foto riportata ritrae un registro (fonte: Biblioteca scolastica Salvemini, Viale Michelangelo) nel quale venivano trascritti i libri acquistati e/o ricevuti in omaggio. Quel registro, mi tocca documentarlo, è morto, sa di muffa e i locali della "presunta" biblioteca pure. Diciamo di più, la morte è avvenuta per annegamento e per inedia. A questo punto si pongono due questioni, antitetiche ma complementari: la biblioteca deve essere chiusa e mai più utilizzata (con tutto quel che ne consegue, e non è tanto), oppure va ristrutturata e vanno investite risorse e progetti (che lo scorso anno hanno riguardato coristi e velisti) per risanarla e farla risuscitare. Tutto dipende da cosa si vuole per la scuola e cosa si intende per "scuola", anche alla luce dell'incursione di Fioroni, riguardante gli istituti tecnici e professionali, già riportata in questo blog.

18/05/07

SE SON FIORONI...

Riporto quello che ha pubblicato testé il sito del Ministero dell'Istruzione, a proposito di un intervento del ministro Giuseppe Fioroni al "Laboratorio dell’Istruzione Tecnica e Professionale".
Cambierà qualcosa? Certamente, non sappiamo in che verso. Sarebbe interessante leggere l'intervento nella sua interezza (lo cercherò), ma se un ministro si può permettere degli sfoghi programmatici allora gli insegnanti, e gli allievi, dovrebbero permettersi delle indicazioni operative. No?

"Oggi, nella storia degli istituti tecnici e professionali, si volta finalmente pagina. Vogliamo restituire a questo settore fondamentale per lo sviluppo economico del Paese la centralità che gli compete nella formazione di quadri tecnici e figure professionali in grado di competere con la sfida dell'economia globale. Per questo occorre dire basta a quelle indecenze che nel nostro Paese consentono di ottenere le stesse qualifiche in 6 mesi, 2, 3 o 5 anni: questo fenomeno rischia di far disperdere la straordinaria qualità dell'istruzione tecnico-professionale.
Entro il 2008, dunque, questo ramo della scuola superiore andrà rafforzato e riordinato. Tecnici e professionali dovranno avere ordinamenti e programmi che non si dovranno più sovrapporre, ma andranno valorizzate le differenze per dare risposte alle esigenze degli studenti.
Altro obiettivo è quello della riduzione degli orari, già avviata in Finanziaria, soprattutto nei professionali. Nessun ragazzo può sostenere 40 ore settimanali e la riduzione oraria dovrà comunque valorizzare le materie di indirizzo.
Inoltre ci sarà l'avvio dei Poli provinciali (uno per provincia) dell'istruzione tecnico-professionale, che potranno essere creati tramite fondazioni in compartecipazione con l'apporto di capitali pubblici e privati.
Faremo, a breve, una norma di indirizzo che consentirà di mettere insieme risorse pubbliche e private, ministeri e Enti locali, Regioni, organizzazioni professionali, associazioni di categoria e imprese del territorio.
L’istruzione tecnica e professionale dovrà inoltre avere a disposizione insegnanti dedicati e aggiornati che abbiano sempre presente l’obiettivo finale della nostra scuola: lo studente".

17/05/07

GIMME FIVE


Non è più il tempo delle mezze misure, lo dice anche la meteorologia [http://it.wikipedia.org/wiki/Meteorologia] e ce lo confermano i cambiamenti climatici. Il tempo meteorico (weather e non time), per quanto non tutti siano meteopatici (o meteoropatici?), ci influenza "socialmente" e nei rapporti con gli altri diventiamo intrattabili. Insomma, abbiamo capito: niente primavere, e niente autunni, utili a temperare le stagioni più calde e più fredde. Una lunga estate, un inverno scadente e posticcio. Meglio così, non so. Fatto sta che questi cambiamenti influenzano anche una serie di condizioni al contorno che di solito mediavano i nostri atteggiamenti nei confronti di cose e circostanze. A scuola è sempre più evidente, per esempio, la tendenza ad eliminare il voto da mezza stagione: il 5!

Dopotutto, oggi e con questo tempo levantino, che significa più il 5? Che sei mediocre (dicono i più informati)! Bene. Ma chi è mediocre, com'è? Né scarso (4,3,2,1,0) e né sufficiente (6) o discreto (7), eccetera. Sì, ho capito, ma il mediocre che ha fatto durante l'anno? Ha vivacchiato, è sopravvissuto, si è mantenuto grigio al punto giusto: diagramma piatto, per molti. Il termine viene dal latino medius: e l'etimo riporta che è "di mezzo tra gli estremi; che sta tra il molto e il poco, fra il grande e il piccolo, fra il buono e il cattivo: e dicesi proprio di proprietà astratte che non di quantità o di sito". Fateci caso, però: mediocre è il nostro tempo (sia weather che time), come lo sono i politici (chi eccelle, spesso, viene messo da parte o si autoesclude), lo è la televisione e certa letteratura da bancarella, è mediocre la moda "giovane" almeno quanto la maniera di alimentarsi. Chi è mediocre, ahimé costa dirlo, sta al passo coi tempi: vivacchia, sopravvive, si mantiene grigio al punto giusto, per far che? Per eccellere o scomparire al momento opportuno.

Certo, nella lotteria dei voti e delle valutazioni scritte, chi ha il suo mediocre 5 non ha fortuna critica: rischia di scivolare nel girone degli scarsi, o di arrampicarsi sugli specchi della sufficienza. Tutto dipenderà dal peso del suo grigiore, e dal fatto di avere avuto dei picchi di salute o di apatia in una o due discipline. Chi è un mediocre recidivo non ha futuro, però, nonostante la società in cui vive lo culli in un mare di niente: va tacciato di mediocrità congenita, e respinto con forza verso il suo punto di stasi o, senza eufemismi, lasciato lì dove si trova. Per far che? Perché l'anno successivo possa conseguire una piena sufficenza tale da fargli superare lo scoglio del suo niente. Ma la sufficienza può bastare? E così via...

16/05/07

BUCHI, PIANI, CLASSI E MANSIONI


Questa è la scuola in cui vivo, fatta di piani. Ci sono i piani alti e i piani bassi. L'ultimo piano, quello con le stanze dei bottoni, ha anche il pavimento lucidato, ci sono le porte, le pareti sono integre, non ci sono scritte sui muri. Man mano che si scende verso i piani bassi le cose cambiano.


I pavimenti hanno uno strato di polvere, pacchetti di caramelle e quant'altro, le porte possono essere un optional, le pareti, quando sono integre, non sono mai bianche nè bianco-sporco. In alcune classi al seminterrato uno e due potrete trovare un fitto intreccio di graffiti (chiamiamoli graffiti) ad ispirazione sessuale, misto a parole che vanno dal romanticismo puro (TI AMO) ad una casistica di insulti da far arrossire chiunque.


Naturalmente i piani alti hanno escluso dal proprio contatto con la realtà i piani bassi. Lo sanno che esistono ma non se ne occupano, li ignorano: figuriamoci, loro sono occupati in altre attività, mansioni! Cosa vuoi che sia, qualche porta divelta o qualche buco in una parete! Non ce ne possiamo certo occupare!
La colpa è relativamente dei ragazzi. E' delle regole del vivere civile che non si fanno rispettare. Intanto la scuola cade a pezzi per incuria ed il tarlo dell'assenteismo morale rode ogni individuo.


Mi sembra come una nave-fantasma, di quelle abbandonate dopo l'ultimo saccheggio dei pirati. E il saccheggio è tutt'ora in corso e lo vediamo in ogni singola non-azione di ogni attore. Lo vediamo ogni volta che scarichiamo competenze e responsabilità. "Non è compito mio": quante volte lo abbiamo sentito dire. Come se lavorare sia qualche cosa legata non al risultato da raggiungere ma al lavoro da scansare. Ci sono persone lì dentro che hanno trascorso anni ed anni, giorno dopo giorno, nel cercare di fare il meno possibile dimenticando che quel posto è in primis il luogo dove stanno trascorrendo la propria vita, dove si potrebbero proporre delle cose per migliorarlo. Dico io, è normale che la scuola abbia tanti buchi?

13/05/07

LIBERI TUTTI!

LIBERI TUTTI?


L'immagine qui sopra riprodotta non ha nulla a che vedere con la pubblicità di una marca di lucchetti, e nemmeno con una nuova trovata di marketing editoriale, e nemmeno con il reportage di un osservatore Onu in Afghanistan. Sono alcuni delle diecine di lucchetti che, a dispetto delle serrature comunemente usate, risolvono il dilemma del passaggio tra dentro e fuori in diverse "stanze" off limits della struttura di Viale Michelangelo. Io capisco che per chiudere una porta è necessaria una chiave e che la sede in oggetto è stata più volte "visitata" da cretini che dimostrano, con un atto di effrazione, il loro livello culturale ma il numero di lucchetti (che risolvono la questione dal punto di vista della sostanza, ma la inficiano dal punto di vista della forma) mi pare quantomeno esagerato. Oppure il design dell'oggetto inibisce qualunque atto di vandalismo?

10/05/07

BUONE PRATICHE


A scuola non ne sanno nulla. L'iniziativa del ministro, per essere assunta come propria, dev'essere accolta dal CSA (provveditorato agli studi) di Palermo, nello specifico. Poi, a prescindere da questo, bisogna sapere di cosa si parla a proposito di buone pratiche. Secondo me sono i "processi virtuosi" seguendo i quali la singola scuola diventa di esempio per molte altre che possono, in seguito, adottare le medesime pratiche per migliorare e/o potenziare l'offerta formativa degli istituti. Può darsi che io mi sbagli. Allora cerco di volare basso, come detto nel precedente post: le buone pratiche sono quelle che in condizioni di normalità consentono di ovviare a problemi organizzativi e strutturali delle scuole.
In alto i miei piedi stanno a dire: io sono qui. E nel punto in cui sto guardo i miei piedi. E dal punto in cui sto guardo dinanzi a me: qui, le condizioni di normalità non sono praticate. Qualora accadesse qualcosa, non saremmo pronti a fronteggiare l'evento.


L'insegna indica che in basso deve starci un estintore, che sia a norma e che il suo uso sia adatto a fronteggiare un evento possibile. Non solo, indica pure che per quell'estintore qualcuno ha compilato e vidimato un certificato di verifica del suo uso, e lo abbia anche riempito a dovere.


Dicasi la stessa cosa per l'idrante, da adoperare in caso d'incendio. Nello specifico, dovrebbe essere stato collaudato a dovere e posto in una cassetta (come quella in foto) opportunamente chiusa, con sportellino in vetro apribile solo in caso di necessità.

Per evidenziare delle buone pratiche, bisogna imparare ad affrontare la normalità.

VOLARE BASSO

Tre cose per evidenziare le buone pratiche di cui vorrebbe essere messo al corrente il ministro Fioroni: richiedere ai diretti interessati (docenti e discenti), quali sono stati gli esiti (risultati, interesse, apprezzamento, utilità) dei progetti andati in porto nell'anno scolastico in corso; evidenziare le carenze, et les doleances, della scuola-edificio per stimolarne il miglior uso, o una ottimizzazione delle risorse che rimangono inespresse; verificare, dati alla mano (bastano i verbali dei consigli di classe), quanto interesse la scuola riscuote e quale partecipazione viene espressa dalle famiglie dei diretti interessati. Ci vorrebbe, ovviamente, una task force per venire a capo dei risultati di quest'indagine, oppure un manipolo di esagitati molto motivati. Alternativamente, si può rimanere in silenzio, vivacchiando, attendendo che accada qualcosa e poi, magari, commentando la cosa: come fanno i tre vecchietti dei fumetti di Goscinny e Uderzo, oppure i saggi con Cristoforo Colombo in una nota canzone di Buscaglione. Qui vigono precisi "comandi", lo si sa: volare basso, navigare a vista, attendere il bel tempo e sperare in tempi migliori...

08/05/07

LA SCUOLA SIAMO NOI

http://www.pubblica.istruzione.it/normativa/2007/prot45_07.shtml

Come la canzone di De Gregori, per chi la conosce, che diceva LA STORIA SIAMO NOI. Il ministro Fioroni si propone delle buone cose, ma la realtà non sta solo nelle buone pratiche. Spesso si nasconde solo nelle pratiche, a livello burocratico. Chi clicca sul sito del Ministero trova un'idea, ma accadrà qualcosa anche al Salvemini? Tra il 19 e il 25 maggio non sono previste attività, mi pare, che facciano parte di questa buona idea. Ma, che dire, non si sa mai...