27/06/09

ARARAT


Il monte Ararat si trova in Armenia. Secondo alcune interpretazioni della Bibbia, Noè approdò sulla sua cima dopo che il diluvio universale, scatenato da Dio per punire gli uomini, ebbe termine. Durante il diluvio gli animali non avevano scampo, o si tenevano Noè e la sua famiglia sullo stomaco o affogavano. Una volta approdati sull'Ararat, solo dopo aver scampato il pericolo di affondare, hanno avuto via libera e sono andati a ripopolare il mondo terracqueo.

L'espressione riportata in fotografia esprime il concetto in maniera meno forbita, e augura agli animali (di qualunque genere, e senza voler offendere nessuno) una lunga vita. Certo è che di questo passo non resterà molto altro da fare, se non commentare in maniera piccante e spiritosa lo stato delle cose. Oggi è il 27 giugno. In un post del 25 maggio dello scorso anno facevo notare che l'istituto Salvemini aveva una media inglese di -11 docenti rispetto all'anno precedente che, da oggi, va sommato al -17 guadagnato con l'ultimo movimento dei trasferimenti.

Traduco citandomi: "Alla data in cui scrivo questo post, il Salvemini sta perdendo 12 insegnanti che hanno chiesto, e ottenuto, un trasferimento ad altra scuola, e ne guadagna 3 (due dei quali, in sostanza, già appartenenti all'organico) che, nella calcistica media inglese significa -11." Quest'anno il calcolo riguarda i 19 docenti trasferiti ad altra sede (in organizzazione, 7 classi in meno), una docente arriva da un'altra scuola e uno dei trasferiti (che era già interno) avrà una cattedra oraria a metà con un'altra scuola.

Che, in italiano volgare, vuol dire: il Titanic sta affondando e non se ne vede il rimedio. L'ex comandante, al contrario di come vuole la prassi e la buona creanza "in altomare", ha intanto ammainato la sua bandiera e si trasferisce in terraferma, lasciando il natante in cattive acque, con una ciurma ridotta e nelle mani di un sostituto che poco conosce e poco sa dei limpidi trascorsi del predecessore. Tutto ciò non può far altro che corroborare lo spirito di corpo di chi rimane, e iniziare a viaggiare verso altre destinazioni sperando di non incocciare la cima di una montagna prima della fine del diluvio.

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