30/05/09

TUTTO SCORRE



La sede succursale dell'Istituto ha svolto in buon ordine, con una tempistica eccellente e in maniera scorrevole, l'esercitazione di evacuazione dall'edificio (effettuata ai sensi del Testo Unico 81/08) in maniera che gli studenti sappiano, per il prosieguo dell'anno, in che maniera, in caso di calamità, ci si debba comportare per evacuare l'edificio. Applausi. Tutti contenti e coi sorrisi a 180 gradi. Nel frattempo ci si avvia allegramente verso gli scrutini, le prove d'esame e l'organizzazione delle aule per gli esami di stato, come in tutt'Italia. All'atto di questo post il dirigente scolastico sverna su un'isola e gli istituti attendono miracoli qualitativi. Insomma, che dire, le amenità della vita sollecitano i nostri desideri di serenità, di quiete, di felicità. L'estate è alle porte, direbbero i romantici.

Pochi sanno, ma la trasparenza è un lusso per pochi, che, a proposito della serenità che necessita per lavorare bene in un edificio scolastico, in una nota del 27 gennaio scorso (prot. 0000705) il dirigente scolastico chiedeva agli uffici della Provincia Regionale di Palermo, settore Patrimonio (Via Maqueda 100), alla buon'ora e dopo qualche anno dall'uso (sconsiderato, n.d.r.) degli edifici stessi, per entrambe i plessi, sia il certificato di agibilità e destinazione d'uso che il certificato di prevenzione incendi, sino a quel momento non facenti parte della documentazione "normale" della scuola.

Pensate, non se ne sono mai accorti. Nessuno. Cose che possono capitare! Già.

Quasi nessuno sa, invece (but not least), che dentro il plesso di Viale Michelangelo c'è una canna fumaria in eternit, o amianto, (materiale che causa l'asbestosi, il mesotelioma e aumenta di 5 volte il rischio di carcinoma polmonare nei fumatori) e le macchine di condizionamento di entrambe i plessi hanno "lavorato" emettendo il gas Freon R22 (sostanza lesiva della fascia di ozono). La questione dell'amianto è nota, meno noto è il fatto che a scuola (e in tutti i locali aperti al pubblico) viga una norma per la tutela della salute dei non fumatori che, infatti, non è tenuta in alcuna considerazione essendo i preposti alla funzione di ampia tolleranza nei confronti dei fumatori stessi (ci si limita, nei casi peggiori, ad un blando monito visivo accompagnato da un sorrisetto sculacciatore).

La questione del gas per il condizionamento è diversa (mi si scusi la divagazione normativa, che potrà essere utile ad altri in futuro): la legge 549/93, all'art. 3, effettivamente fissa al 31 dicembre 2008 la data di cessazione dell'utilizzo dell'R22. Tale legge, però, è stata modificata dalla legge 179 del 1997 che, all'art. 2, modifica l'art. 3 della legge 549 assegnando priorità alle disposizioni del Regolamento CE 3093/94 in materia di eliminazione dei fluidi HCFC. Con tale atto l'Italia ha recepito le disposizioni dell'Unione Europea in materia di tutela ambientale. A sua volta il Regolamento CE 3093/94 è stato abrogato dal Regolamento 2037/00, che, appunto, fissa la dismissione dell'R22 vergine a partire dal 1 gennaio 2010 per quanto riguarda le operazioni di manutenzione degli impianti.

Consigli d'Istituto ce ne sono stati (ma sono, dati alla mano, vicari degli indirizzi economici o soltanto avallatori di orientamenti culturali da camera caritatis) e anche Collegi Docenti. Si sono riunite varie Commissioni e diversi Collegi sindacali. Ma nulla è trapelato, per non seminare il panico. Cosa volete che sia un poco d'amianto in più? Non è solo questo. Il rispetto delle norme è un atto oggettivo, uguale per tutti e per tutti doveroso. Per tutte le norme. La scuola in generale e questo istituto in particolare ha intrapreso percorsi a favore della legalità, per suggerire ai ragazzi percorsi di legalità e far riconoscere la differenza tra varie norme e loro applicazioni. Ma non si può insegnare il rispetto delle norme e poi indulgere in favore di chi si disimpegna dinanzi al rispetto di alcune regole elementari.

Vige una norma che tutela il diritto alla salute dei non fumatori? Il dirigente scolastico e il direttore amministrativo dovrebbero essere esempi, per gli studenti e per il personale, da seguire. E invece non è stato così. Esiste una circolare del Ministero Pubblica Istruzione che invita i docenti e gli studenti a non utilizzare il telefono cellulare a scuola? Esiste. Chi rispetta tale indicazione? Né docenti né studenti. E con quali motivazioni si andranno a chiedere soldi per finanziare progetti scolastici per favorire processi di legalità? Il docente che si troverà in busta paga un supplemento relativo allo svolgimento di corsi di tal fatta, però, sarà certo di avere svolto bene il proprio lavoro, pur sapendo di aver nicchiato dinanzi alla sigaretta del dirigente scolastico o al cellulare che il docente ha usato in classe.

Però, come si sa, tutto scorre, sempre, nel migliore dei modi.

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