16/12/08

LA SCUOLA DEI COGLIONI

L'istituto scolastico in cui insegno, a Palermo, ha istituito dal 15 al 19 di dicembre la "Settimana dello studente", in cui gli allievi dell'istituto stesso sono stati invitati ad organizzare, con l'appoggio e il coordinamento dei loro professori, laboratori alternativi allo studio delle discipline tradizionali o previste dal piano di studi. Questo nelle premesse, non nei fatti.

Ho avuto la dimostrazione, oggi, che è impossibile selezionare tra docenti e studenti chi è coglione o chi ha i coglioni, per questo mi sono fatto una mia idea. Ovviamente non voglio generalizzare, ma ho visto che una volta che la scuola è stata trasformata in un flipper (termine obsoleto ma efficace) le varie palline ruotavano all'impazzata senza raggiungere nessun altro obiettivo che il loro punto di partenza.

Ecco l'argomento della maggior parte dei laboratori, avallati dai docenti: pallavolo, pingpong, playstation, canto, musica, cineforum, e quant'altro del genere. Un centro sociale geriatrico, mancavano i balli sociali e il torneo di briscola e tressette. Penso che una scuola autogestita possa diventare una buona occasione per sperimentare relazioni e contenuti, non per fregarsene di tutto e prolungare il tempo pieno che si fa a casa (facendosi friggere il cervello dalla televisione) anche nel luogo in cui è ancora possibile, con un cervello non fritto, crescere intellettivamente.

Con il termine coglione, lo si sa, si intende l'accezione popolare di una parte anatomica del corpo umano. Il termine è anche un insulto entrato da tempo nel linguaggio corrente con il significato di "persona poco avveduta che non prevede le conseguenze dei propri atti per insufficiente intelligenza"; e tuttavia mantiene caratteristiche di innegabile volgarità. Viene frequentemente adoperato per prendere in giro o ingiuriare qualcuno (ad esempio, ne "I Malavoglia" di Giovanni Verga, padron 'Ntoni viene giudicato "minchione" dalla comunità perché incapace di perseguire i propri interessi).

Al plurale, sempre con tinte di volgarità ma questa volta in senso tutt'altro che dispregiativo, viene usato in varie espressioni colorite, quali "avere i coglioni" (o anche "averci le palle" o gli "attributi") per indicare una persona particolarmente capace e degna di ammirazione (uomo o anche donna, per un'impropria ma suggestiva forma di estensione). Ora, ecco il quadruccio, mi pare di avere notato per i corridoi della scuola una generazione di coglioni che si compiacevano, tutto sommato, d'esserlo, docenti e studenti che siano. Ma la scuola che figura ci fa?

La scuola ha i coglioni, o dovrebbe averli per gestire una matassa del genere. Li ha in senso figurato e li ha tecnicamente. Se i coglioni appartengono alla scuola, o la frequentano, la scuola ha i coglioni. Ma se i coglioni, che fanno parte della scuola, sottendono le attività di altri coglioni e non si rendono conto della coglionaggine generale che ormai ha pervaso gli spazi, le relazioni e gli atti, allora bisogna dire che la scuola è dei coglioni. Ai lettori l'ardua sentenza. Per quel che mi riguarda io sono portatore sano di coglionaggine, ma almeno so perché!!!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

La scuola dei coglioni ? Tu sei un coglione professore che non si fa i cazzi suoi !
Ma cerca a insegnare e fai il tuo mestiere ! Invece di scrivere minchiate nel tuo blog, dillo davanti a tutta la scuola se hai i coglioni ! Quasi quasi ti definirei un picciriddu dentro un adulto ke non sa fare un cazzo, e si diverte a passare il tempo a sfottere gli altri... E comunque lo sanno tutti che hai scritto tu questo argomento runnegghiè !!! COGLIONE !

Unknown ha detto...

"La scuola dei coglioni? Tu sei un coglione professore che non si fa i cazzi suoi!"
Virgoletto quello che un anonimo ha scritto e che non ho voluto censurare, perché dimostra con il suo atteggiamento il vero spirito della maggioranza. Per tre motivi: la maggioranza è anonima, e come tale non ha carattere; la maggioranza non riflette prima di parlare (questo poi addirittura scrive); e, infine, non ha coscienza collettiva, perché si fa orientare da prese di posizione autoritarie senza capire di essere manipolata.
Mi spiace che l'anonimo interlocutore non sia capace di interloquire direttamente con me, ne avrei argomenti, e si nasconda dietro una serie di epiteti che non fanno altro che metterlo, come il resto della maggioranza, dalla parte del torto.

Anonimo ha detto...

mi scusi ancora se le rompo i "coglioni" anche in questo intervento, ma ho solo da dire una piccola cosa.
quando nella nostra scuola c'è stata la settimana dello studente non c sono stati solo i corsi che ha detto lei, ma c sono stati corsi che a molti di noi ha fatto piacere partecipare.
c'è stato il corso di recupero di matematica.
il corso di recupero di inglese.
il corso di canto e musica (e lei non sa quante persone all'interno della nostra scuola amano la musica e il canto)
il corso di fotografia e fumetto (che si collega con gli indirizzi della nostra scuola)
come vede non ci sono stati solo corsi inutili, ma anche corsi che potevano colpire gli hobby e le passioni degli studenti.
Mi dispiace proff, ma questa volta l'ha sgarrata di brutto