11/10/08

LE REGOLE

Ogni volta che sentiamo la parola "regola" ci viene la pelle d'oca, come se qualcuno stesse per saltarci addosso, legarci e non consentirci di fare nulla più. Per alcuni "stare alle regole" significa addirittura "non essere liberi". Le due cose non sono distinte, anzi le une potrebbero potenziare l'altra. Le regole potrebbero aiutare ad essere più liberi. Solo essendone a conoscenza si possono capire i propri limiti ed esercitare la propria libertà nel rispetto della libertà degli altri. Una società senza regole non ha futuro, una con troppe regole è bloccata al suo presente.

Da qui al 30 ottobre sarà necessario, secondo alcune precise regole, eleggere nella scuola i rappresentanti di classe, d'istituto e del Consiglio d'Istituto. Quindi è bene che queste regole siano palesi, cioè che tutti le conoscano. La prima regola dello Stato italiano che istituisce queste regole "condivise" per la scuola è il "Decreto Presidente Repubblica 31 maggio 1974, n. 416", che è stato integrato nella Legge n. 1 del 14 gennaio 1975, ha accolto una serie di modifiche e poi è diventato il "Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297 - Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione".

Ovviamente, è importante che chi si sta per candidare alle elezioni scolastiche come rappresentante di classe e/o d'Istituto conosca almeno la parte del decreto che gli interessa. Per almeno due motivi: conoscere a quali responsabilità sta andando incontro e avere dei contenuti mediante i quali è possibile stabilire una interlocuzione costruttiva con le figure che gestiscono e/o gestiranno l'Istituto. Ora, la scuola non fa altro (o sinora non ha fatto altro) che informare genericamente delle responsabilità a cui si va incontro, ma senza conoscere le regole (non solo a scuola, anche nella vita) ci sarà sempre qualcuno che vorrà dimostrare di saperne più di noi. Per esempio, come nel caso del Regolamento d'Istituto: se non si conosce bene lo Statuto delle Studentesse e degli Studenti, linkato in altri post di questo blog, e le recenti modifiche volute dall'ex ministro Fioroni, non si possono avere gli strumenti "politici" per evidenziare le discrasie in esso presenti.

Per questo le regole sono importanti, soprattutto per chi ha creduto sinora che "essere eletto" avesse potuto significare avvantaggiarsi di una posizione (culturale, dialogica, sociale, relazionale). Non è così, solo conoscendo a fondo le regole si può prendere una posizione e far valere i propri diritti, così come sancito dal predetto Statuto. Per cui auguro ai candidati e agli elettori della prossima tornata elettorale scolastica una campagna elettorale nel rispetto delle regole generali di convivenza civile ma, soprattutto, l'evidenza di essere coscienti che le proposte, i programmi, le idee hanno forza solo se condivise sulla base di princìpi coerenti con quanto indicato dalle norme scritte.

2 commenti:

Excel ha detto...

Già...se solo lo leggessero tutti questo post...o almeno quelli che vorrebbero candidarsi come rappresentante d'istituto o di classe! Prima di cercare di fare il passo più lungo della nostra gamba sarebbe meglio valutarne le difficolta ke la scelta porta e il modo in cui poter e/o saper come superarle...bisogna avere i giusti motivi e la voglia di fare qualcosa di realista e costruttivo se si vuole veramente essere a capo di una grande e potenziale struttura "la scuola"...a cominciare dal valorizzare l'importanza delle assemblee d'istituto e riucire a mantenere l'attenzione sugli studenti ponendo loro i problemi e le soluzioni, magari rendendoli anche partecipi (anche se purtroppo d'anno in anno risulta sempre più difficoltoso a causa degli elelmenti che rendono difficile anche la vita in classe)...ma comunque il segreto sta nel capire che la carica da rappresentante non significa avevre potere e fare tutto per un secondo fine e quindi per un proprio interesse personale, ma bensì tenere alto il valore di noi studenti, i nostri diritti ma anche i nostri doveri!

Unknown ha detto...

Parole sante!!!